Acqua dolce, acqua dura… scopri cosa significano davvero queste espressioni
Nel leggere le istruzioni per il dosaggio dei detersivi avrai sicuramente notato il riferimento alla durezza dell’acqua. Di cosa si tratta? È uno dei parametri che indica la qualità dell’acqua ed esprime il contenuto totale di ioni di calcio e magnesio e di eventuali metalli pesanti in essa presenti. La sua unità di misura sono i gradi francesi (°F), dove 1°F corrisponde a una concentrazione di calcio carbonato tra i 150 e i 500 mg/L.
L’acqua può essere classificata come molto dolce (fino a 4°F), dolce (4-8°F), mediamente dura (8-12°F), discretamente dura (12-18°F), dura (18-30°F) e molto dura (oltre 30°F).
In Italia non esiste una legge che indica un intervallo di valori per la durezza dell’acqua, anche se il ministero della Salute ha sempre indicato come limiti tra i 15 e i 40°F.
Effetti positivi sulla salute
Secondo il senso comune bere un’acqua troppo dura è dannoso per l’organismo in quanto favorisce la formazione di calcoli renali. Questo non trova però un riscontro medico. Ci sono invece studi che dimostrano l’incidenza di malattie cardiovascolari nella popolazione in presenza di acqua dolce, mentre quella dura ha un fattore di prevenzione. Inoltre, secondo quanto stabilito dall’OMS l’apporto di calcio e magnesio dell’acqua potabile oscilla, in base alla sua durezza, dal 5 al 20% del fabbisogno giornaliero. Proprio per questi motivi il valore di calcio minimo per acque addolcite o dissalate è di 60 mg/L.
Vita più breve per gli elettrodomestici
A risentire negativamente dell’acqua dura sono lavastoviglie, lavatrici e impianti idrosanitari, che hanno una durata minore a causa del calcare che si va a depositare sulle serpentine e sui vari componenti. A rischio rottura anche le tubature. Il calcare, però, non è da demonizzare completamente: una minima quantità nelle tubazioni può svolgere un’azione protettiva, ma oltre una certa soglia si verificano meccanismi fisici e chimici che portano alla loro corrosione. Per prevenire simili problemi puoi usare detersivi specifici o installare un addolcitore d’acqua.
Un ambiente più inquinato
Tra gli effetti negativi dell’acqua dura vi è anche un maggiore inquinamento dell’ambiente. Questo è determinato dalla necessità di una maggiore quantità di detergenti per ottenere la stessa resa pulente: la metà viene infatti catturata dal calcare andando a formare dei depositi insolubili e inefficaci ai fini del lavaggio. Fatto questo che avviene non soltanto con stoviglie e indumenti, ma anche nella cura del corpo.
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I dati contenuti nel testo sono presi dal sito del ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4461&area=acque_potabili&menu=dieta); dalla ricerca “Durezza dell’acqua e patologie cardio-cerebrovascolari: revisione sistematica della letteratura e valutazione meta-analitica” realizzata da Vincenza Gianfredi, Samuele Vannini e Milena Villarini dell’Università di Perugia e da Daniele Nucci dell’Istituto Oncologico Veneto (https://www.researchgate.net/publication/299349265_Durezza_dell’acqua_e_patologie_cardio-cerebrovascolari_revisione_sistematica_della_letteratura_e_valutazione_meta-analitica_Water_hardness_and_cardio-cerebrovascular_diseases_systematic_review_and_met); da Informazione Ambiente (https://www.informazioneambiente.it/durezza-dell-acqua/) e da Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Durezza_dell%27acqua).